Torna il baratto e vince la cultura del dono

Spesso – non sempre – è dalle donne che nascono idee pratiche. Soprattutto in casi di emergenza come questa pandemia. Un gruppo di amiche di Omegna, sulle sponde del lago d’Orta, in Piemonte, ha fatto dello scambio il modo più concreto per rispondere a questo momento storico. Creare un modello dove il denaro non regola i rapporti, ma la solidarietà e i piccoli gesti quotidiani.

Nell’intento di creare una popolazione solidale, hanno coinvolto gli abitanti e le associazioni del luogo in un progetto che vuole dimostrare che non sempre i soldi fanno la felicità: il “Baratto del Fare” è un’iniziativa promossa da Marta Orlandi e dal suo gruppo di mutuo appoggio chiamato “Viceversa” che promuove lo scambio di competenze e oggetti materiali, bandendo il denaro.

Quale momento migliore per riscoprire i rapporti di prossimità e buon vicinato? Solidarietà tangibile e in base alle proprie potenzialità. Ma il baratto del fare è ambizioso, come progetto: vuole superare la logica del “dare per ricevere” facendo sì che il dono sia spontaneo perché si ha qualcosa da offrire, mentre chi riceve non deve sentirsi obbligato a restituire il favore. In un momento in cui le risorse economiche risultano in sofferenza, diventa fondamentale valorizzare strumenti alternativi allo scambio di denaro.

“In questo periodo di isolamento – spiega l’ideatrice – mi sono immaginata come ci ritroveremo dopo, se avremo imparato qualcosa di nuovo, se vorremo proseguire su un nuovo sentiero fatto di rispetto, ascolto e cura. Io vorrei ripartire con le scarpe vecchie ma il cuore rinnovato per prendermi cura del mondo, del vicino e di me stessa”.

L’iniziativa prevede una stretta collaborazione con l’associazione Mastronauta, già promotrice del baratto di abiti ed oggetti che ha luogo a Omegna due volte l’anno e con l’associazione Dragolago che si occupa di integrazione sociale e solidarietà dal basso. E’ stato creato un gruppo facebook in cui gli abitanti devono semplicemente compilare un form scrivendo quale aiuto possono offrire alla comunità, di cosa si ha bisogno o – volendo – entrambi. Per via del distanziamento sociale lo scambio avviene a distanza ma, presto, ci si potrà incontrare.

Le proposte offerte e le richieste di aiuto, sono disparate: da prodotti alimentari a km 0, all’aiuto scolastico, a un supporto all’utilizzo della tecnologia e alle lezioni di cucito creativo. Superando il concetto di “proprietà” ci si rende conto della vera ricchezza, come dice qualcuno. Questo periodo ci ha messo di fronte alla consapevolezza che come esseri sociali da soli non possiamo arrivare dappertutto ed è fondamentale utilizzare questa fase per aprirci, fidarci e affidarci agli altri.