Marcel, il signore delle dita

Un po’ Gene Wilder, un po’ David Niven, un signore elegante con una casacca militare gialla e nera – sorridendo in silenzio – allestiva il suo teatrino in una delle piazze storiche della Capitale, piazza Navona, insieme ad altri artisti di strada. Ma lui era diverso, il suo spettacolo era unico.

Vedendolo arrivare – dalla sua casa-teatro poco distante – con una bauletto a rotelle, i bambini si assiepavano per assistere allo spettacolo, sempre diverso. E anche i loro genitori, che tornavano bambini anch’essi. Effetti speciali (uno sbuffo di borotalco azionato manualmente da una pompetta) accoglieva Michael Jackson che ballava la sua musica anni ’80. Le Barbie che lui faceva vivere e ballare al ritmo di musiche romantiche… Indimenticabili.

Ricreava l’atmosfera di un palcoscenico in 1mq. I suoi amici clochard, i negozianti, musicisti e residenti lo adorano tutti; ora lo si può trovare a “Cafè Marcel”, un buchetto tappezzato di sue creazioni (inclusa la sua autobiografia “Il signore delle dita… e diventò leggenda”) in via dei Canestari 7, sempre vicino alla “sua” piazza romana, di cui è stato ed è cittadino onorario, pur essendo nato in Sicilia, come vuole la tradizione dei cantastorie. E per finire una sua frase. “Sii sempre te stesso, e nessuno potrà dirti di farlo in modo sbagliato”.