La ragazza del lago: Kirsty

Nata nel centro dell’Inghilterra (a Stratford on Avon dov’è nato Shakespeare, ndr), 53 anni ma ne dimostra 35, l’ elegante, minuta, visionaria Kirsty dagli occhi vispi vive da 18 anni a Trevignano Romano, da quando cioè è diventata madre di suo figlio Romeo. In città non potrebbe più vivere, e qui ha trovato la sua dimensione espressiva.

Cosa l’ha attratta di questi posti dell’alto Lazio?

“Ho ritrovato nell’autenticità della natura del parco di Bracciano e Martignano l’ispirazione per una vita in piena armonìa e nel giusto equilibrio interiore. Mi sveglio, scendo al lago, medito sul pontile, studio le abitudini dei cigni, e le famiglie di nutrie ormai non scappano più vedendomi”.

La socialità quanto conta?

“Dopo i 50 anni si cambia, si va oltre la parola, verso l’essenziale – dice –  per puro piacere cerco la gente, cene nel bosco, etc. ma non mi interessa chi si lamenta sempre. Prima a Roma ho fatto aromaterapia a Ponte Milvio. Poi volevo esplorare la vita viaggiando leggera, ossia abbandonando sovrastrutture e legacci. La creatività è la mia salvezza perché mi àncora a terra”.

Lavoro come espressione di sé e comunicazione con l’altro?

“Spirito libero, del segno dei pesci, da piccola mia nonna mi curava le verruche con la calendula infondendomi il valore che la natura era un mondo magico da non mollare. Oggi faccio tisane con erbe selvatiche raccolte da me, creo creme e lozioni per il viso,  rivestimenti in cera d’api che sostituiscono la plastica per recipienti di ogni misura, saponi ed essenze per la casa”.

La natura come fonte costante di rigenerazione, quindi?

“Certo! La pelle, per esempio – l’organo più grande del corpo – va rivitalizzata. Con massaggi (shiatzu) e con olii essenziali: è con questi che il sistema limbico, responsabile delle emozioni, viene stimolato. Tutti i profumi in commercio di sintesi chimica di oggi (arbre magique, etc) che effetto faranno? Fare appello alla memoria olfattiva primaria è importante”.

Insomma, non ci si può annoiare mai con gli elementi a disposizione usando i 5 sensi?

“Mio nonno materno Alexander era cieco, eppure insegnava a ballare, componeva poesie, positivo, allegro. Io entravo nel suo mondo di non vedente per capire il suo enorme spazio di coscienza. Facendo appello ad altri sensi si scoprono altri mondi: da piccola, avevo sempre un pezzo di pelle animale sotto il naso come conforto, odore naturale, primordialità, da apprezzare ad occhi chiusi.

Qual è il rischio maggiore di perdere la sintonìa con i ritmi naturali?

“Oggi c’è un’attenzione molto minore, a causa dell’overload di dati e stimoli, stiamo perdendo la memoria sensoriale. Ecco perché occorre semplificare tutto, sentire la natura come una nuova religione. Guadagno tempo andando on line, ma alla fine lo pago. Lo pago in termini di memoria. Per le ricette devo guardare il pc? Prima si guardava la nonna, annusando le sue torte e ammassando con lei la pasta”.

kirstyreed@hotmail.it