L’ Abruzzo meglio della Toscana

Turismo lento

Chi non è mai transitato per la regione con più parchi d’Italia? Varcandola si sente un’aria diversa, si vede una luce più nitida, si apprezza un tempo ritrovato… Sì perché in Abruzzo la calma è un punto d’orgoglio, non ci si lascia sopraffare dallo stress metropolitano perché – di metropoli vere e proprie – qui non ce ne sono.

Quattro le sue province. Il capoluogo, L’Aquila, ha mantenuto il suo sapore montano; l’antichissima Teramo i suoi ritmi provinciali; la più vitale Pescara, ha una movida e una vocazione sportiva che ben si addicono alla posizione marina; Chieti, con il suo prestigioso ateneo, il celebre teatro e le sue salite e discese fra palazzi nobiliari e chiese austere, ha fermato l’orologio a qualche decennio fa.

L’arte dell’accoglienza

Nello sguardo dei residenti traspare la storia di questo popolo. Anche nel paesino più sperduto – sia esso arrampicato su una rocca impervia, adagiato sulla Costa Adriatica, o immerso nei fitti boschi – il turista potrà leggere la curiosità per lo straniero, l’accoglienza. Molte delle sue località sono riconosciute “città slow” per un turismo consapevole.

Il visitatore esigente scoprirà che nel centro della penisola, c’è un tesoro in termini di ricchezza naturalistica, culinaria e culturale che fa di quest’area geografica una vera terra eco-sostenibile. Coniugare l’antico e il moderno nei piatti, nell’architettura e nelle tradizioni custodite gelosamente, è il valore aggiunto di questa meta.

Morfologia del territorio e degli indigeni 

Meta meno nota di altre – e proprio per questo autentica – vuole attrarre un turismo selezionato, attento e rispettoso. Il visitatore, straniero o italiano, non può non riconoscere la cura e l’affetto con la quale gli abruzzesi porgono i loro prodotti: prodotti spesso poveri che parlano di fatica, di attesa, di condivisione. Prodotti che connotano il carattere degli abitanti.

Mare e monti a poca distanza, dove andare anche in pausa pranzo: la qualità della vita è importante per gli abruzzesi che – a facili lusinghe consumistiche – preferiscono il rituale dei quattro passi con gli amici. 

Si parte!

L’itinerario ideale da percorrere parte da Città S. Angelo, città d’arte anche detta “culla del buon mangiare” sede di rigogliosi uliveti e vigneti: alla country house La Casa del Gelso – fra arazzi di seta, e quadri raffiguranti la storia della famiglia di allevatori di bachi – se ne può avere un saggio.

Altra location adatta per celebrare eventi speciali è Tenuta Coppa Zuccari, dove l’amore per le tradizioni familiari si sposa perfettamente con la modernità dei servizi offerti. Buon gusto, sobrietà e toni garbati fanno delle due country house un punto di partenza ideale per un “percorso iniziatico” in questa provincia abruzzese.

Invito a nozze 

Nella terra di Ovidio – poeta dell’amore – sorge poi il “matrimonio nel borgo“, progetto che offre alle coppie di vivere il loro giorno più bello come lo si viveva un tempo, con la collaborazione degli abitanti. Esperienza indimenticabile per la ritualità e l’importanza che si conferiva al momento, da recuperare e tramandare alle generazioni future.      

Arrivando a Casoli, come non citare il suo presidio slow food de l'”intosso“, la tipica varietà di olivo dalla quale si ricava un olio da eccellenti proprietà organolettiche? Ottimo anche per preparare la “tòtera“, dolce locale conico a base di olio ripieno di crema pasticciera. Ma il tessuto paesaggistico ed enogastronomico si fonda anche con una nobile pagina di storia locale.   

Storia patria

Qui nacque una famosa formazione militare della Resistenza italiana: in Abruzzo ci furono più campi di internamento che altrove, e Casoli fu sede della famosa “Brigata Majella” – unica componente antifascista ad avere avuto la Medaglia d’Oro al Valore Militare – e punto di arrivo della “marcia della libertà“, dove centinaia di trekker di ogni età ripercorrono i sentieri battuti dai partigiani in tempo di guerra.

Proseguendo il viaggio abruzzese, ci si può rinfrancare sostando nell’accogliente e familiare Borgo San Martino, dove spiccano brillanti conche di rame dei gentilissimi proprietari su pareti di pietra viva. Da qui si raggiungono facilmente le terme di Caramanico, e anche in inverno si possono fare escursioni in mountain bike nella riserva naturale dell’Orfento o andare sui vicini campi da sci.

Rocche e castelli da film

Come l’aquilano omonimo altipiano nel Parco Gran Sasso e Monti della Laga, anche questa parte di Abruzzo ha le sue “rocche”: Roccascalegna, dove sorge un magnifico castello medioevale location cinematografica, e Roccamontepiano, terra del vino cotto. Squisito corroborante, usato con l’uovo crudo a colazione dai vecchi abruzzesi.

Scendendo a valle, ammirando le tipiche “falesie” collinari, tappa obbligata è la costa dei “trabocchi“, tipiche palafitte rudimentali per la pesca, oggi ricercati ristoranti di pesce sul mare. E lungo questa costa non poteva mancare la “via verde“, una nuova pista ciclabile che si snoda sul vecchio tracciato ferroviario dismesso.

Tradizioni millenarie sopra e sotto i mari

Si calava la rete, e appena veniva ritirata, come segnale si appendeva la giacca al palo del trabocco e la gente veniva giù a comprare“, spiega Carlo, un anziano “traboccante”, pescatore dall’età di 15 anni. E fra delfini e cormorani, la fauna della costa abruzzese è viva e nutrita. E, sott’acqua, i subacquei godono di un ecosistema marino fra i meglio conservati d’Italia.   

Il chietino e il pescarese riservano poi chicche per chi ama la letteratura (le rispettive case di D’Annunzio e Flajano), l’arte (palazzo Aurum sede di mostre), la buona musica (festival jazz, etc) e l’archeologia (i “tholos“, insediamenti arcaici di pietra per la pastorizia transumante).  E in valigia – oltre a souvenir e prodotti tipici – ci sarà posto anche per ricordi, sorrisi e sguardi profondi. Abruzzesi.