Che lingua parli? La musica!

La musica è la prima forma di linguaggio alla quale veniamo sottoposti, guida la nostra mente, stimola i nostri sensi e il nostro modo di comunicare.

 Tutto ciò che ci circonda produce suono ed è forse per questo che la musica diventa a tutti gli effetti la nostra prima lingua madre.

Se ci pensate già il corpo della mamma produce suoni e rumori continui, più o meno costanti.

Tutto ciò che sentiamo determina una nuova scoperta, un nuovo modo di produrre e incamerare ciò che viene vissuto o rivissuto. 

La musica quindi è a mio avviso, immancabile nella crescita di ogni essere umano e non dovrebbe essere mai abbastanza.

Il mondo della prima infanzia è fortunatamente tra i più attenti all’educazione musicale, ciò che però viene un po’ troppo utilizzato in essa è il suo potere d’intrattenimento, che spesso va contro un approccio più puro ed educativo.

La cosa che mi ritrovo spesso a notare è che la musica che si tende a scegliere per la sfera infantile, in particolare dopo il primo anno di vita, sia estremamente limitata a melodie semplici, spesso accompagnate da balletti e video accattivanti.

Perché tutto questo? Non ci basta più solo ascoltarla? Perché quando si tratta di intrattenimento sembra ci sia sempre bisogno di fare mille cose, come se la sola proposta non bastasse mai?

Ma soprattutto perché si tende a semplificare ai minimi termini la proposta musicale?

Mi spiego meglio, perché nel pancione la scelta musicale spazia da Mozart a Bach e nei primi anni di vita passa unicamente a canzoncine semplici e ripetitive?

La cosa che mi fa riflettere non è tanto la differenza di genere proposti che anzi trovo estremamente utile, ma la poca varietà di proposta.

Infatti non sono qui a condannare la musica dedicata ai bambini, fatta di semplici melodie e filastrocche, anzi credo sia estremamente utile su tanti punti di vista. Ma perché proporre solo quella?

Provate ad andare su Youtube, digitate musica per bambini e cosa vi compare? Playlist piene zeppe di canzoni popolarmente dedicate ai bambini. Perché la proposta musicale non si presenta globale?

Facciamo un esempio più pratico: se voi parlaste ad un bambino con solo 100 parole, una volta decodificate, utilizzerebbe solo quelle per esprimersi. Come non mettereste mai limiti all’apprendimento di una lingua perché farlo con la musica?

Non c’è genere più giusto o sbagliato finchè non esiste il pregiudizio, assente nella mente del bambino.