Cetra una volta…

C’è tutto il brio e la spontaneità di chi ama il rapporto col pubblico del teatro, volendogli trasmettere tutta la passione per il proprio lavoro di artisti. E la platea – questo – l’ avverte, premiando entusiasta il trio composto da Stefano ed Emanuela Fresi e Toni Fornari.

Pochi millennials sanno che il Quartetto Cetra ha fatto la storia della radio e della televisione italiana, e quanto ha rappresentato in termini di rinascita e speranza nell’Italia del dopoguerra…

Ma basta canticchiare “Nella vecchia fattoria…” che più di un trentenne risponderà “ia… ia… ò!”, grazie anche a questo festoso, eccellente trio, che incarna a meraviglia l’atmosfera di quegli anni d’oro.

Accompagnando generazione dopo generazione a suon di canzoni indimenticabili, l’indimenticato Quartetto Cetra evoca l’Italia più allegra, e gli artisti romani fanno rivivere quelle stesse sensazioni di rinascita, speranza nel futuro e gentilezza.    

I due Fresi e Fornari in scena sono instancabili: cantano, imitano, recitano, si travestono. Citando spesso il grande autore Dino Verde, ne raccontando aneddoti della sua vita artistica, inclusa l’acuta tecnica per evitare la censura.

Gustosissima la lettura delle notizie del telegiornale come la rivisitazione di canzoni nostrane, ed esilaranti gli sketch del suggeritore; ma dove sono davvero insuperabili è nella riproposizione dell’Otello di Shakespeare

Per quanto riguarda le donne dello spettacolo, l’ironìa e la splendida voce di Emanuela Fresi confermano la sua nota bravura, risuonando perfettamente nel teatro; bella e colorata anche la musica dal vivo delle performance della sassofonista Cristiana Polegri

E per quanto riguarda gli uomini, fra deliziose parodie, presenza scenica e ritmo indiavolato, fanno trascorrere proprio una bella serata. Oltre a un tributo al celebre quartetto, lo spettacolo Cetra una volta è soprattutto una lezione di stile da tramandare ancora, e ancora, e ancora.

“Cetra una volta” Roma, teatro Ambra Jovinelli fino al 22 gennaio